venerdì 27 gennaio 2012

GIORNO DELLA MEMORIA





Domenica, 14 giugno 1942
Venerdì 12 giugno ero già sveglia alle sei: si capisce, era il mio compleanno! Ma alle sei non mi era consentito d'alzarmi, e così dovetti frenare la mia curiosità fino alle sei e tre quarti. Allora non potei più tenermi e andai in camera da pranzo, dove Moortje, il gatto, mi diede il benvenuto strusciandomi addosso la testolina.
[Il diario di Anna Frank, traduzione di Arrigo Vita, Mondadori, 1982]

Non avrei potuto cominciare altrimenti.
Avevo 15 anni la prima volta che lessi il diario di Anna Frank, ed è uno dei pochissimi libri che ho letto più volte.
Negli anni quella storia mi è entrata talmente nella pelle che ho sviluppato una vera passione per la storia degli ebrei, prima durante le persecuzioni razziali (non dimentichiamo MAI le leggi razziali del '38 in Italia). 
Uno dei più bei libri me lo regalò il padre di una mia amica (16 ottobre 1943 - ed. La Giuntina) ed altri ne comprai io (Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo - De Felice - Ed. EINAUDI
All'università, la ripercorsi all'indietro, lungo tutta la storia del nostro paese e dell'Europa. Ebbi la fortuna di avere come professore Corrado Vivanti  e per un pelo non mi laureai con lui (andò in pensione) ma la mia tesi fu ugualmente su questo argomento, specificatamente su La storia della comunità ebraica di Pitigliano (GR) dalla fine del '700 all'Unità d'Italia. Un avventura incredibile. 
La miope archivista dell'Archivio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane non volle darmi la possibilità di passare allo scanner i documenti originali relativi alla Comunità di Pitigliano, nonostante le offersi una copia del lavoro. 
Diversamente dalla Responsabile dell'Archivio della Comunità di Roma, una professoressa di Italiano del Liceo Ebraico romano, gentilissima e disponibilissima, che scoprii aver frequentato il mio stesso liceo (ma solo per la maturità perchè all'epoca il liceo ebraico non era parificato) ed aver avuto la mia stessa professoressa di Filosofia, all'epoca appena insediata, ed averne ricevute la medesima impressione. O le signore, e mi perdonino se non le aggettivate nel modo corretto, gentilissime e disponibilissime del Centro Culturale Ebraico di Roma, il primo contatto che ebbi con questo mondo che amavo profondamente. Mi misero a mio agio e risposero ad una quantità di domande che nel tempo mi si erano accumulate.
Per me il giorno della memoria è questo, non solo non dimenticare l'atrocità di quanto è accaduto ma anche ricordare queste persone che mi hanno accompagnato alla scoperta di un mondo e di una cultura che ancora adesso scorre parallela alla nostra e che fa parte di noi anche se noi non ce ne rendiamo conto. 
Tentativi di cancellare razze o etnie ne sono state fatte anche successivamente al periodo nazista e questo giorno dovremmo provare a ricordarle tutte.
Il dolore che si prova vedendo scorrere davanti ai nostri occhi le immagini, ad ascoltare le testimonianze, a leggere le parole di chi si è salvato da questi sterminii dovremmo tenerlo presente quando persone senza memoria rievocano tempi passati come fosse una lontana età dell'oro.


”Spaventa il pensiero di quanto potrà accadere fra una ventina d’anni quando tutti i testimoni saranno spariti. Allora i falsari avranno via libera, potranno affermare o negare qualsiasi cosa.”                                                                                                                            Primo Levi




Solo per questa occasione inserisco una mia personale bibliografia:
  • Il diario di Anna Frank - MONDADORI
  • Il nazismo e lo sterminio degli ebrei, Poliakov - Piccola Biblioteca Einaudi
  • Diario di Gusen, Aldo Carpi - EINAUDI
  • Si chiamava Anna Frank, Miep Gies - ARNOLDO MONDADORI EDITORE
  • Dal liceo ad Auschwitz, lettere di Louise Jacobson - Arca
  • Storia degli ebrei in Italia, Attilio Milano - EINAUDI
  • Gli ebrei in Italia, Bruno Segre - FENICE 2000
  • Gli ebrei in Italia (annali 11, 2 voll. della Storia d'Italia), AA.VV - GIULIO EINAUDI EDITORE
  • Il giardino dei Finzi Contini, Giorgio Bassani, MONDADORI
Link:






E' un pezzo del Salmo 23 che le maestre nei campi di sterminio facevano cantare ai bambini.
"Gam" significa "anche".

Il testo tradotto è il seguente: "Anche se andassi nella valle della morte non temerei male alcuno, perchè tu sei sempre con me. Perchè tu sei il mio appoggio, il posto più sicuro per me. Al tuo cospetto io mi sento tranquillo".

giovedì 19 gennaio 2012

Vendetta 1° round: zuppa di lenticchie e salsiccia ma anche no

Nel senso che non piacendomi brodosa per me può essere anche un piatto unico.
Quando ho comprato questo libro solo sfogliandolo, venivano evocate immagini e sapori di altri tempi, quando la cucina era più essenziale, magari, per certi versi meno salutare (tanto burro, lardo, olio) ma profumi e sapori a cui non siamo più abituati.
Alcuni di questi profumi mi piacciono e mi piacerebbe che piacessero, o quanto meno li conoscessero, anche i miei figli perchè l'educazione passa anche dalla cucina. In realtà dalla cucina ci passa tutto: l'ambiente, la politica, la globalizzazione, il terzo mondo, la crisi economica, la geopolitica e la decrescita felice, basta saper vedere tutto ciò.
A volte mi sforzo di cucinare cose che possano piacere, quindi, nel caso dei miei figli polpette (a proposito ma avete visto questo blog? veramente fondamentale per gli amanti del genere ;)) piuttosto che patate o zucchine, pasta e via così. Ma quando le piume delle mie piume (cit. Paperino) fanno storie anche sui cibi più elementari,allora tutta la mia volontà di compromesso tra il loro gusto e quello che io vorrei mangiassero (o solo assaggiassero) si esaurisce. Un argomento a tal proposito sono i legumi. Ancora si riesce coi piselli ed i fagiolini, a fatica le lenticchie ma fagioli e ceci sono una lotta all'ultimo sangue. Non con entrambi, diciamo che quella più grande è più difficile, ma insomma è una bella lotta. E così, visto che l'altra sera avevano protestato per le zucchine ebbene oggi a pranzo ho preparato la zuppa di lenticchie, à la guerre comme à la guerre.
A me piace molto e a dire il vero alla figlia piacciono molto le salsicce, a patto che non abbiano troppo pepe.
E' un piatto veloce ed economico. So bene che magari sotto Capodanno e giorni seguenti di lenticchie ne abbiamo avuto fin sopra la testa. Ma qui no, ne ho fatte poche, giusto il minimo per mangiarne una porzione il 31 e poi basta, e del sacchetto aperto per il 31 me ne erano rimaste un po', quindi...

Ingredienti x 2 persone:
150/200 gr lenticchie secche
3 salsicce di maiale
2 cucchiai di salsa di pomodoro
2 spicchi d'aglio
2 coste di sedano
olio extra vergine d'oliva
pane del giorno prima
peperoncino (se piace)
sale

Il bello delle lenticchie è che puoi decidere di prepararle all'ultimo minuto, diversamente dai fagioli e dai ceci per cui devi programmare almeno il giorno prima (e infatti il 2° round della vendetta è in ammollo). Quindi mettere le lenticchie in una pentola con acqua fredda, una costa di sedano, uno spicchio d'aglio, un pizzico di sale grosso e mettere sul fuoco, al minimo e incoperchiare. L'acqua deve superare almeno di tre dita il livello delle lenticchie. Dovranno cuocere, da quando prendono il bollore, almeno 20 minuti.
Nel frattempo? Nel frattempo in un altro tegame fare un soffritto con olio, uno spicchio d'aglio e la costa di sedano fatta a pezzetti piccoli. Aggiungere le salsicce fatte a pezzi e dopo qualche istante la passata di pomodoro, coprire e mescolare di tanto in tanto.
Quando le lenticchie sono pronte scolarle bene, eliminando costa di sedano e spicchio d'aglio, e versarle nel tegame con le salsicce. Se fosse troppo asciutto aggiungere un paio di bicchieri di acqua tiepida, coprire e lasciar finire di cuocere per un'altra decina di minuti.
Il pane del giorno prima lo fate a fette, non troppo spesse, e le abbrustolite, sulla bistecchiera o al volo nel forno o in una padella, dopodichè le disponete nelle scodelle che porterete a tavola e ricoprite di abbondante zuppa calda. Chi lo ama può aggiungere una spolverata di peperoncino.
Mi è andata bene, la figlia aveva veramente appetito a pranzo e poi in questi giorni, le temperature esterne non sono affatto amichevoli, quindi un piatto caldo è un piacere.










mercoledì 11 gennaio 2012

Genitori crescono #scusaildisordine

Non partecipo mai ai contest, per pigrizia, mica per snobismo.
Mi entusiasmano, penso uh che belli, ma che carino! e poi, presa dal rutilante mondo familiare e personale passano oltre.
Ma non questo di genitoricrescono.
Vengo da almeno due generazioni di donne che non erano donne di casa, che non amavano la cura della casa se non nel minimo necessario, per indole o per mancanza di tempo.
Mia madre, per necessità ma anche per mentalità, ci lasciò la gestione delle nostre stanze dicendo:"sono le vostre, tenetele pulite ed ordinate da voi. non voglio vedere roba vostra nelle stanze comuni e, quando le usate, lasciatele come le avete trovate". Il risultato furono delle camere, la mia e di mio fratello, in uno stato di perenne caos, la mia in special modo accumulava tutto quello che reputavo importante per me lasciando ben poco spazio per muovermi. Le stanze comuni soffrivano ma resistevano.
Non sono mai stata ordinata, mi piacciono le case ordinate, pulite e profumate, senza polvere sui mobili ed i vetri trasparenti e cristallini anche quando fuori piove terra, ma casa nostra non è così. E' pulita ma senza manie da igiene totale, e categoricamente in disordine. Il marito ha provato, con le buone e con le cattive, a portarmi sulla strada dell'ordine ma credo che lo abbiamo corrotto noi (i figli ed io) col nostro caos esterno ed interno.
Non mi sono mai sentita in imbarazzo o infastidita perchè la nostra casa è così. Sarà un caso ma gli amici che frequento non è assolutamente dissimile dalla nostra.
E quindi ecco le nostre foto.
 Nell'angolo dedicato ai lavori di casa ecco una comoda asse da stiro, ma perchè utilizzarla solo per stirare? Uso nuovo ed originale: deposito panni asciutti in attesa di destinazione. Inoltre perchè riporre i detersivi nel banale armadio? Meglio lasciarli in giro, daranno un tocco di originalità all'ambiente.

 Stanza dei giochi dei bambini, si può vedere il pavimento arricchito con oggetti originali.
 Letto del più piccolo. Banale rifarlo, la nuova tendenza è lasciarlo un po' fanè, renderà l'ambiente più vissuto e meno freddo.
 Il mobile della sala. Come sfruttare questa superficie altrimenti vittima innocente della polvere? Copriamola con utili ed irrinunciabili oggetti: la scacchiera, i libri di scuola dei bimbi, la custodia della macchina fotografica e non in evidenza le cuffie con microfono per chiacchierare con skype, oggetto indispensabile per la donna moderna.
 Le ultime immagini riprendono il bancone della cucina. Ogni parola e descrizione mi pare inutile.

martedì 10 gennaio 2012

Crostata cipolle e carote per colpa della ASL

L'anno nuovo è arrivato. Qualche piccola, timida sorpresa, me l'ha già mostrata. Ma mi sono presa anche la prima arrabbiatura, legata alla burocrazia, ma non saprei neppure se "addebitargliela". Fatto sta che dovevo fare una semplice visita specialistica di controllo a mio figlio. Impegnativa del pediatra, telefonata al Centro Unico Prenotazioni della mia regione, signorina gentilissima, prenotazione fatta in intramoenia. Al giorno e ora prestabilita mi reco all'ambulatorio e...sorpresa! Mi è stata prenotatala visita sbagliata. Andata al CUP di zona, spostata la visita al giorno dopo, vado a fare la visita (sempre intramoenia) e...sorpresa! Il medico non era pediatrico ma per adulti e giustamente non ha voluto effettuare la visita. Tornata al CUP più che un po' arrabbiata, brontolo e prendo un nuovo appuntamento sottolineando che mio figlio ha 5 anni (c'era scritto sull'impegnativa) e che era la seconda volta che andavo lì a vuoto (50 km a/r). Molte scuse e via, un nuovo appuntamento, dopo 3 mesi ma con la ASL, bene.
Soldi rimborsati.
Oggi il giorno prefissato per la visita. Si arriva puntuale, si perdono quei 20 minuti per cercare il reparto (chi è il professionista che ha sistemato la segnaletica??!!) e...sorpresa!!! Stessa ASL, leggi diverse: altrove mi avevano esentato dal ticket perchè il figlio è minore di 6 anni, qui no, qui discussione perchè  serve il reddito. Se non fosse stata una visita per il figlio me ne sarei andata.
Perdo quasi un'ora in fila per pagare, torno al reparto e altra mezz'ora in attesa che il medico tornasse. Visita accurata. Il piccolo demonio sta bene. Io avrei avuto bisogno di un cardiologo!!!
Mi sono veramente innervosita.
Ho perso pure la possibilità di portare il giovanotto a scuola. E "fortunatamente" non lavoro, altrimenti cosa avrei fatto? Lasciamo perdere.
In questi casi, per calmarmi, cucino.
Ho recuperato questa ricetta che mi ero ripromessa di provare quanto prima, e questa era la volta buona.

Ingredienti:
4/5 carote
500 gr cipolle bianche
pasta briseè tonda
Olio extra vergine
Sale & Pepe
2 cucchiaini zucchero di canna

Pulire e affettare le cipolle sottili. Predisporre una padella capiente, versarci 2/3 giri d'olio, farlo scaldare e versare le cipolle. Lasciarle appassire a fuoco basso in modo che non si brucino ma prendano appena un po' di colore. Dopo un quarto d'ora spargere un cucchiaino di zucchero di canna sulle cipolle e mescolare bene. Dopo altri 10 minuti spegnere e lasciar freddare in padella.
Mettere sul fuoco una pentola con dell'acqua leggermente salata, pulire le carote, farle a trochetti di un paio di cm e buttarli in acqua. Dal momento che riprende il bollore far passare venti minuti, scolarle bene.
Accendere il forno a 180°.
Spennellare una teglia con dell'olio e, invece di infarinarla la inzuccherate, a questo punto disponete i tronchetti di carote a corona fino a completare l'intero perimetro della teglia, al centro versate e allargate bene, le cipolle. Coprite con la pasta briseè rincalzando bene i bordi, spennellare con l'olio d'oliva ed infornate per una ventina di minuti (la superficie si deve dorare ma non scurire). Quando è pronta la lasciate intiepidire e poi con un minimo (ce la faccio io...) di agilità la rigirate su un piatto.





Questo è il risultato. Buona è buona, calmare mi ha calmato. Direi che altro non possiamo chiedere. Mi sono pure venute delle foto degne di questo nome ;o)

lunedì 2 gennaio 2012

Rimanenze #1: Tortini tacchino, porri, carotine

Le feste di Natale sono passate, anche il nuovo anno è arrivato.
Quante ne abbiamo viste in questo anno appena concluso? Tante.
Lavori persi, persone andate via ed una sensazione strana, almeno per me, di disfatta. Tutto ciò che è stato costruito dalle generazioni precedenti sembra essere andato perso, diritti, sogni, credibilità.
Arranchiamo o forse andiamo comunque avanti, ma a gran fatica.
Servirebbe qualcosa o qualcuno che fosse capace di risvegliare i nostri sogni.
Ma ho sempre temuto i leader maximi od i messia, con tutto il rispetto. Ho l'impressione che prima o poi ci deludano. Sarebbe meglio che facessimo da noi, rimboccandoci le mani e guardandoci realmente in faccia.

Questo percorso, per me, passa pure per la cucina.
Oltre al discorso di non sprecare, di apprezzare ogni singola cosa che mangiamo (che se poi ce la facciamo da noi lo capiamo anche meglio) anche il riscoprire dei sapori più sani, meno artefatti per me ha la sua importanza, rientra in una filosofia di vita.

Per esempio ho scoperto il tacchino. Non che non lo conoscessi ma è sempre stato il fratello povero del pollo e invece dopo un bel tacchino arrosto (non fatto sotto Natale ma un po' prima...) ho trovato da una delle mie muse ispiratrici (ma se è un uomo si dice muso ispiratore? non credo) la ricetta che ho un pochino modificato perchè, trattandosi di riciclare avanzi, beh modestamente avevo i miei di avanzi ;)
E poi volevo farne dei monoporzione.

Per 2 persone:
1 piatto fondo di avanzi di carne arrosto (tacchino, pollo, maiale o anche un po' di ciascuno, vedete quello che avete);
1 porro per ogni tortino
1 manciata di carotine per ogni tortino (le avevo fatte al burro la sera prima ma erano avanzate);
olio extra vergine o burro (io preferisco cucinare sempre con l'olio)
2 cucchiai di panna fresca
1 cucchiaio raso di farina
1 quadrato, 10x10, di pasta sfoglia
1 rosso d'uovo sbattuto

Accendere il forno a 190° e farlo scaldare, nel frattempo scaldare l'olio in una padella e affettare finemente il porro, tutta la parte bianca e, per quanto mi riguarda, pure la parte verde chiara tenera. Versare nella padella e far soffriggere a fuoco bassissimo, salare e pepare, aggiungere gli avanzi di carne ed anche le carotine e far scaldare il tutto. Aggiungere la panna e la farina, mescolare bene e far amalgamare.
Imburrare ogni cocottina e versarci il composto. Coprire con il quadrato di pasta sfoglia e rincalzarlo bene, come si fa con le lenzuola quando rifacciamo il letto.
Praticare dei leggeri tagli sulla pasta, spennellare il rosso d'uovo sulla copertura di sfoglia ed infornare per 20 minuti circa.

E' veramente buono e goloso.









 Ovviamente BUON ANNO!! Nonostante tutto e nonostante tutti!!!